Il MAD (Museo delle Arti Decorative) di Parigi ospiterà fino al 20 febbraio 2022 la mostra «Cartier e le arti dell’Islam. All’origine della modernità».

La manifestazione testimonia e racconta la passione per l’arte islamica che, iniziata ai primi del ‘900, è stata ed è tuttora presente nella maison fondata nella metà dell’800 da Louis-François Cartier.

L’intuizione della maison è stata quella di trarre ispirazione dall’architettura, dalle decorazioni delle moschee e dei palazzi più sfarzosi per arrivare alla creazione di gioielli che hanno contribuito non poco a creare il “mito Cartier”, apprezzato dalle grandi famiglie, anche reali, del secolo scorso, partendo dalla Francia per diffondersi prima in Europa e quindi nel resto del mondo.

Attraverso le sue creazioni, Cartier ha fornito una formidabile guida all’arte islamica coniugandone la tradizione formatasi nei secoli con una produzione artistica di assoluta modernità.

L’interesse di Cartier non è nato per caso, ma affonda le radici nella conoscenza degli oggetti che, all’inizio del secolo scorso e come conseguenza soprattutto della crisi politica attraversata in quegli anni dall’Iran, furono trasferiti a Parigi ad opera prevalentemente di mercanti armeni, con i quali già da tempo era in entrato in contatto Louis Cartier. Quest’ultimo venne in particolare attratto dalle miniature a dagli incunaboli persiani e moghul, di cui fu collezionista, e che furono fonte ispiratrice per Charles Jacqueau e per gli altri collaboratori della Maison.

Di particolare interesse il celebre portasigarette del 1930 creato con lapislazzuli, turchesi dalle ridottissime dimensioni: cm 8,7 di lunghezza e 5,6 cm di larghezza, con soli 1,9 cm di spessore. La mostra fornisce una dettagliata e documentata descrizione del processo creativo che portò alla realizzazione del gioiello.