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Hoda Sha’rawi – Seconda parte

Insieme al grande patriota nazionalista Sa’d Zaglul, fondò la commissione centrale per le donne in solidarietà con quella degli uomini, e fu lei la prima presidentessa. Il primo raduno avvenne nella chiesa della Murkusiyya, come segno di unione e cooperazione di tutti gli egiziani senza distinzione di religione. In questa occasione scoprì il suo carisma di leader femminista e da allora si dedicò con tutte le sue forze e capacità alla promozione della donna egiziana.

Hoda si interessò anche di politica e la sua attività in campo sociale e politico arrivò fino in Europa e nel 1923 fu ufficialmente invitata a Roma come rappresentante delle donne egiziane per partecipare al congresso femminista. Prima di partire per Roma, nel medesimo anno, creò la “Unione delle donne egiziane” e scelse come membri del movimento la signora Sisa Nabrawye Nabawyya Musa.

L’ottima accoglienza riservata alla delegazione delle donne egiziane nel Congresso, le fece tornare in patria rafforzando il proposito di condurre una lotta ferrea per liberare tutte le donne dal peso delle tradizioni, cominciando dal velo che nascondeva il loro volto.

Il successo della loro partecipazione al Congresso fu riconosciuto in tutti i giornali; e quando al Cairo  scesero dal treno, le attendeva una moltitudine di uomini e di  donne e fu per loro un vero trionfo.

Da quel momento la casa di Hoda Sara’widivenne un luogo di incontro per ricchi e poveri infatti ogni martedì, vi si svolgeva una grade riunione a cui poteva partecipare chiunque.

Nel 1924 fece approvare lo statuto fissando l’età di matrimonio per le ragazze a 16 anni e per i ragazzi a 18 anni.

Nel 1926 tornò a Parigi dove frequentava l’Università della Sorbona, e più tardi a Berlino dove assistette a un Congresso femminista. Nel 1929,grazie a lei, si aprono le porte delle Università anche alle ragazze.

Riuscì anche a far rivedere lo statuto del divorzio; nel 1938 organizzò al Cairo Il Congresso femminista, in cui difese la causa del popolo palestinese e chiese al governo l’abrogazione della prostituzione, che trovò molti oppositori in seno alla stessa commissione parlamentare istituita ad hoc. La prostituzione ufficiale  fu poi abolita due anni dopo la morte della Shara’wi.

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