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Narges Mohammadi, la paladina dei diritti umani in Iran, vince il Nobel per la pace 2023

Il Comitato Nobel norvegese ha annunciato oggi che il premio Nobel per la pace 2023 è stato assegnato all’attivista iraniana Narges Mohammadi, “per la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e la sua promozione dei diritti umani e della libertà per tutti”. Mohammadi, 50 anni, è una delle principali difenditrici dei diritti umani in Iran, vice capo del Centro per i difensori dei diritti umani, un’organizzazione non governativa fondata da Shirin Ebadi, vincitrice del Nobel per la pace nel 2003. Mohammadi ha condotto una coraggiosa campagna per i diritti delle donne e l’abolizione della  pena di morte nel suo Paese, dove è stata arrestata 13 volte, condannata cinque volte e sottoposta a 154 frustate dal regime teocratico. Attualmente è detenuta nel famigerato carcere Evin di Teheran, dove sta scontando una pena di 12 anni per accuse di propaganda contro lo Stato, associazione a gruppi illegali e disturbo dell’ordine pubblico.

La notizia del riconoscimento internazionale ha suscitato grande emozione e solidarietà tra gli attivisti e le organizzazioni per i diritti umani in tutto il mondo, che hanno chiesto la liberazione immediata e incondizionata di Mohammadi e di tutti i prigionieri politici in Iran. Il premio Nobel per la pace 2023 è anche un segnale forte e chiaro al governo iraniano, che negli ultimi anni ha intensificato la repressione contro le voci critiche e le minoranze religiose ed etniche. Mohammadi è la diciannovesima donna a vincere il prestigioso premio in 122 anni di storia, e la seconda iraniana dopo Ebadi. Il premio le sarà consegnato il 10 dicembre a Oslo, in Norvegia, in una cerimonia che si spera possa vedere la sua partecipazione. Il premio consiste in una medaglia d’oro, un diploma e un assegno di 10 milioni di corone svedesi (circa un milione di euro).