Vai al contenuto
Home » Blog » Nazik al-Mala’ika – Quarta parte

Nazik al-Mala’ika – Quarta parte

Ogni mese parlo di una figura femminile alla quale dedico l’articolo del venerdì. Questo è dedicato a Nazik al-Mala'ika considerata una delle prime poetesse che introdussero l'uso del verso libero nella rigida struttura poetica araba.
NAZIK AL-MALA’IKA

“IO SONO “ 

La notte mi chiede chi sono
Sono un’oscurità impenetrabile, un inquieto segreto
Un momento di calma ribelle
Mi nascondo nel silenzio di me stessa
Avvolgendo il mio cuor nel dubbio
Guardo fisso dinnanzi a me piena di ammirazione
Mentre le età mi chiedono chi sono
Il vento mi domanda chi sono
Sono uno spirito tormentato
Rinnegata dal tempo
Vago senza meta viaggiando di qua e di là
Camminando senza tregua
E quando raggiungo un termine
Penso che potrebbe essere la fine della mia sofferenza
Ma è solo il vuoto
Il tempo mi chiede chi sono
Sono un gigante  che stringe a sé i secoli
Troppo tardi per portare nuova nascita

Io sono” è una domanda al tempo, alla notte, e al vento.

La poesia Donna insignificante”,  di cui riporto qui sotto alcuni versi, è velata di tristezza e di malinconia.
Il tema generale del poema “Dramma della vita e canto per l’uomo” di cui fa parte questa poesia, sono la sofferenza, il dolore, la morte che accompagnano la vita. A questo stato di cose si oppone la ricerca della felicità, il desiderio di vivere felici, di superare il trauma della morte e della fine di ogni cosa.’ La poesia Donna insignificante”,  di cui riporto qui sotto alcuni versi, è velata di tristezza e di malinconia.
Il tema generale del poema “Dramma della vita e canto per l’uomo” di cui fa parte questa poesia, sono la sofferenza, il dolore, la morte che accompagnano la vita. A questo stato di cose si oppone la ricerca della felicità, il desiderio di vivere felici, di superare il trauma della morte e della fine di ogni cosa.

La Nazik inserisce questi temi in un ambiente prettamente arabo e come se la risposta dovesse venire dalla sua personalità.
La protagonista torna dopo tanti anni al suo villaggio, alle sue origini credendo di trovare laggiù la felicità, la bellezza, la gioia, invece trova miseria e abbandono, assenza d’istruzione; le donne ancora relegate nelle loro case e tanti problemi.
La poetessa si allontana allora disperata e delusa perché anche l’ultimo rifugio di felicità è stato distrutto.
Ma la conclusione di questo viaggio è stato positivo perché ritorna con la decisione di continuare a scrivere e a lottare perché tutti possano raggiungere la felicità, che per lei vuol dire liberazione dall’ignoranza, sguardo sereno al futuro.

“DONNA INSIGNIFICANTE”

Quando lei chiuse gli occhi
Nessun volto impallidì, né labbra tremarono
Ne tendina fu alzata per arieggiare la stanza
del dolore
Ne occhi seguirono la bara fino al fondo della 
strada 
Solo una memoria di una forma senza vita
Che attraversa lo stesso sentiero

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *